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"Il Quadrifoglio"

Minori

Responsabile: dott.ssa Clara Codini

La finalità dei servizi rivolti all’infanzia e all’adolescenza è quella di attuare e valorizzare una politica sociale a favore dell’età evolutiva che tenga conto delle diverse fasi di crescita, considerando i bisogni, i tempi e gli spazi necessari allo sviluppo individuale e sociale. Si tratta di servizi preposti a ridurre i rischi correlati al disagio sociale anche attraverso azioni, per quanto possibile, di prevenzione e promozione della salute. L’intervento è centrato sul minore, parte dai bisogni e dalle risorse dello stesso cercando di promuovere lo sviluppo metacognitivo anche attraverso l’acquisizione di varie autonomie, come la capacità di effettuare valutazioni e scelte proprie e mettere in atto comportamenti responsabili verso sé e verso gli altri. Alla base del lavoro c’è la relazione e il lavoro di rete. Per quanto riguarda la relazione è l’ ascolto e il dialogo con il minore intorno alla sua storia e alle difficoltà sperimentate che garantisce la possibilità di prevenire situazioni stigmatizzanti, intervenendo sul contesto sociale affinché lo stesso si senta accolto.

Rispetto al lavoro di rete è fondamentale la creazione di sinergie con agenzie territoriali, formali e informali, al fine di promuovere l’integrazione e la socializzazione nella scuola, nel quartiere e nel contesto sociale in generale. Tutte le attività si collocano in un’ottica sistemica che considera il “sistema famiglia” nel suo complesso, in cui sono fondamentali il rapporto e il sostegno ai genitori nei compiti di protezione e di cura nonché la possibilità di costruire alleanze educative. La condizione dell’infanzia e dell’adolescenza è inscritta all’interno dei cambiamenti dello scenario sociale: quadro demografico, struttura della popolazione, condizioni economiche e socio culturali, caratteristiche delle famiglie, contesto istituzionale. È dentro questo scenario che vanno ridefiniti i significati della tutela dei minori in quanto soggetti portatori di diritti a cui garantire la soddisfazione di bisogni materiali, affettivi, relazionali, sociali e culturali. L’intervento tardivo riduce le possibilità di successo e di risoluzione dei problemi, esponendo bambini e ragazzi alla solitudine e “all’impotenza appresa”, quella percezione di dover subire passivamente il proprio destino senza avere la possibilità di poter riscrivere il futuro.

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